
Tra una giocata e l’altra, il talento italiano Giulio “NeZaK” Vitelli trova il tempo di scambiare due chiacchiere con i membri di Esport Pizza. Puntano su di Lui, quest’oggi, i riflettori, che raccontano più da vicino del giovane player del colosso Epic Games, approfondendo argomenti molto vicini alla sua carriera da streamer e dando un’occhiata a quella che è la scena competitiva in Italia. Qui, le parole del pro pad player “NeZaK” che parla di Fortnite e degli Sparks, oltre che della sua carriera da videogiocatore.
Ciao NeZaK, eccoci ai microfoni di Esport Pizza, che ne diresti di iniziare presentandoti?
Mi chiamo Giulio Vitelli, ho 21 anni e vivo in provincia di Milano. Più che una carriera, la mia è iniziata come fosse una passione, anche se non mi sarei mai aspettato che un ragazzo da playstation avrebbe mai raggiunto 4000 spettatori alla terza live.
Ho collaborato con Return, Dizko, Rekins, questo recentemente, ed Ezektoor che mi ha aiutato molto nello speciale 50k e a cui devo davvero tanto. Sono poi passato su Twitch per varie ragioni: trovo la community più aperta mentalmente e le notifiche arrivano più facilmente. Non volevo mantenermi con grandi donazioni fatte da alcuni ragazzi, con soldi magari dei genitori.
L’utilizzo del pad da computer può condizionare il player o avvantaggiarlo?
Essere da controller può portare a pro e contro. Ho una fanbase che mi ha sostenuto per le mie qualità da pad e mi ha fatto crescere molto. Passare su pc rappresenta un vantaggio anche solo per il cambio di FPS che si ha. E poi non è facile passare da controller a mouse e tastiera in due giorni.
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come un PRO
Una carriera iniziata su Youtube e continuata anche su Twitch, insieme all’ingresso in SPK. Tutto ciò ha cambiato qualcosa nella tua vita?
Youtube mi ha aiutato molto a crescere. L’ingresso in Sparks mi ha aperto molte strade anche all’estero. Un team di Fortnite nato con Return e di cui sono molto felice per le loro ambizioni e per il loro aiuto. Altri mi hanno chiesto di sponsorizzarli e da qui ho capito che facevo qualcosa di concreto. Sono felice del contratto con gli SPK, mi hanno fatto capire che ero bravo.
NeZaK è per molti il pad player più forte d’Italia. Credi, invece, che ci sia qualcuno ancora più forte di te?
Più o meno forte è un discorso marginale. A livello di mira e di brain per molti sono il migliore, ma Io non mi sento tale. Per me, il più forte, come dico sempre, è colui che non è conosciuto.
Aggiunge, poi, rispetto alla sua vita: <<Io non gioco molto, solo in quelle ore che passo in streaming. Non esiste un più forte. Non mi sento il migliore, accetto critiche e complimenti. E’ importante “volare con i piedi per terra”.>>
Tornando agli Sparks: tra i molti pro contattati vi sei anche tu: quanto vuole dire essere un giocatore degli SPK per te?
Sparks mi ha aperto un panorama mai pensato nonostante i vari disguidi con gli altri pro. Sono felice ci sia gente che si affida a me e mi faccia capire quanto valgo. Sono stato contattato da molti team italiani, ma solo SPK mi ha colpito per ambizione, professione e supporto.
Prendendo Fortnite e viste le varie difficoltà con Apex Legends, credi che quest’ultimo lo sostituirà?
Non penso ce ne sia uno peggiore o uno migliore, vanno vissuti entrambi allo stesso modo. Apex Legends ha questi numeri perché è un gioco semplice, mentre Fortnite è più difficile. Riconosco la diminuzione di player sul gioco di Epic Games, probabilmente sono quelli meno forti, ma sono sicuro non morirà. Personalmente Apex Legends non mi piace e continuerò a portare Fortnite.
La consegna dei server privati ad alcuni influencer può dare vita ad una corrente competitiva in Italia?
I server privati in Italia sono impossibili perché gli altri player ti guardano la stream solo per ucciderti. Molti in chat mi hanno consigliato di mettere il delay, ma io non volevo. Questo è un problema, ma apprezzo le idee del server discord di Dizko, Rekins e Pow3r che bannano ogni utente autore di stream sniper.
Io li ho portati soprattutto per aiutare altri player, quelli senza team ma magari con un buon livello di skills. Non possiamo poi definire Fortnite un gioco competitivo al 100%, anche perché è un Battle Royale. Inoltre si aggiungono i drastici cali di FPS, che sono un problema, e ad altre difficoltà interne al gioco
Infine, cosa credi sia fondamentale per un influencer per far tornare un utente in live?
Rispetto a me, credo sia merito soprattutto della mia fanbase, molto attaccata alla mia persona. E’ importante stabilire un legame con l’utente, che si deve affezionare prima allo streamer e e poi alla chat e al gioco. Poi se sei forte è meglio. Anche per questo i grandi numeri di CiccioGamer e Bibo. Sono felice quando incontro un ragazzo per strada e iniziamo a parlare anche di cose esterne a Fortnite, creando un rapporto. Ritengo, quindi, sia importante affezionarsi più alla persona che al personaggio.
Intervista a cura di Lorenzo Pompei